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Musei e bisogni umani

Quest’estate si sono aperti i cancelli. Libera di girare per l’Italia e l’Europa, ho cercato di non fermarmi mai e di fare indigestione di ciò che realmente mi è mancato nei mesi scorsi invernali: cultura e nuove visioni del mondo.

Penso che scriverò per mesi di ciò che ho visto e imparato quest’estate, ma oggi tratterò di un argomento da un punto di vista particolare, direi fisiologico: le toilette dei musei.

Voi direte che questo non è un argomento di cui scrivere, ma per necessità, non ho potuto evitare di visitare le toilette di mezza Europa divertendomi grandemente ad analizzarne le differenze.

A giugno ho aperto la stagione andando ad una mostra a Milano a Palazzo Reale. La regalità del palazzo a un primo sguardo sicuramente non si poteva evincere dai servizi igienici, ma poi, in momenti di estrema concentrazione, il tuo sguardo vaga sul pavimento realizzato con pezzi di marmo che ospitano frammenti di madreperla, conchiglie dai colori cangianti. Siamo in decadenza noi italiani ma in passato siamo stati dei grandi. Ed è proprio questo che sembra volerci ricordare la nostra toilette.

Pavimento con intarsi in madreperla del Palazzo Reale di Milano

La mia seconda tappa è stata più a nord a Maastricht nei Paesi Bassi dove ho visitato il Bonnefantenmuseum progettato da Aldo Rossi. Sono convinta però, forse a torto, che l’allestimento delle toilette sia stato affidato a un progettista autoctono con un senso dell’ironia e dell’umorismo tipico olandese e completamente estraneo al maestro Rossi. Sulle piastrelle dei rivestimenti del bagno, di un banalissimo color grigio sono stati inseriti tanti cerchi in cui sono stati riprodotti gli occhi di tutti i personaggi dipinti nei quadri del museo. L’effetto è quello di una cinquantina di occhi che ti spiano dal buco di altrettante serrature. Superato il primo momento di imbarazzo la risata scoppia spontanea sotto occhi tanto autorevoli.

Le toilette al Bonnefantenmuseum di Maastricht

Dall’Olanda sono passata alla Germania, ad Aquisgrana per visitare l’incomparabile Cappella Palatina. Qui ho capito perché l’economia tedesca è così fiorente. Il bagno infatti non era presente nella cappella e nell’immensa cattedrale che la ospita, ma cosa ancora più sconvolgente neanche nel vicino e splendido museo. Credo che sia stata la prima volta in vita mia che in un museo non era presente un servizio essenziale come la toilette. Ma come sempre la soluzione esiste ed è sempre la stessa: basta pagare. Infatti per la modica cifra di 50 Cent è possibile accedere a dei bagni pubblici esterni: l’economia prima di tutto.

Ripassando per l’Italia resto un pomeriggio in estasi, e tutti gli architetti come me mi comprenderanno, in uno dei musei più belli che abbia mai visto, non tanto per il contenuto, quanto per il suo involucro progettato dal grande Carlo Scarpa: il museo di Castelvecchio a Verona. Qui la classe non è acqua e dietro una quinta di muratura rosso cupo a piano terra sono ospitati due bagni, il cui unico difetto era quello di essere in un numero veramente esiguo rispetto al necessario. La mia preparazione va sicuramente alla enumerazione delle leggi che oggi avrebbe dovuto rispettare il maestro Scarpa su grandezza e norme varie dei servizi in un museo come quello, e mi chiedo come sarebbe riuscito a risolvere splendidamente a tutte le richieste attuali.

La parte progettata da Scarpa che è contemporaneamente schermo delle toilette ed elemento espositivo

La mia disanima, ma per fortuna non le mie vacanze, termina con le toilette della galleria Leventis in Nicosia a Cipro. Pinacoteca recentissima costruita su un progetto vincitore di concorso di architettura internazionale a cura di Feilden Cregg Bradley Studio. Il museo è notevole, disegnato in ogni dettaglio, comprese le toilette. Il lavandino e i servizi annessi scompaiono nello spessore dei muri. Tutto è pensato, misurato, funzionale, elegante e forse un po’ estraniante. Solo con un poco di soggezione riesco a entrare nella mia toilette cercando di essere efficiente ed efficace così come mi suggerisce l’ambiente.

Un interno della bellissima Galleria Leventis a Nicosia

Le porte si sono aperte ed io ho intenzione di continuare ad errare per il mondo, vi terrò informati sui prossimi musei e soprattutto sulle prossime toilette.

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